DOMODOSSOLA – 3-2-2024 -- Uno dei giovani promettenti atleti del VCO è certamente il ventiduenne Thomas Floriani che dopo il liceo scientifico sportivo all’Istituto Marconi si è iscritto alla facoltà di medicina all’università dell’Insubria a Varese dove frequenta il terzo anno. Ha iniziato a correre giovanissimo con la Caddese dei fratelli Trapani e per otto anni si è dedicato alla corsa in montagna che ha lasciato per passare alla strada, al cross e alla pista, specialità che preferisce, e in particolare al mezzofondo. Da quattro anni difende i colori dello Sport Project VCO ed è allenato da Severino Bernardini.
Nonostante una serie di problemi fisici che non gli hanno permesso di allenarsi con costanza nel 2023, nella categoria Promesse, ha vinto i campionati regionali sui 5 km su strada a Trino e 3° sempre ai regionali su pista ad Alessandria e 11° agli italiani sui 10 km su strada a Pescara e ultimamente quarto al Panaton di Prato Sesia e 8°, e secondo piemontese, sui 10mila nel cross di Luserna San Giovanni nel torinese.
Come ti alleni?
Mi alleno tutti i giorni anche con doppi allenamenti sia su strada in Ossola o a Varese sia al Curotti su pista, poi due volte la settimana faccio delle sedute leggere di pesistica a casa e qualche esercizio di potenziamento/tecnica.
Il podio che non dimenticherai?
L’anno scorso a Firenze dove ai campionati italiani mi sono classificato quinto sui 5mila metri col tempo di 14’31” e ho bissato il risultato ai campionati nazionali universitari a Cassino sempre sui 5000 su pista.
Le gare ti danno stress?
È un fattore sul quale ho dovuto lavorare perché inizialmente ero molto teso per le gare e questo incideva sulla prestazione, poi col passare degli anni ci ho fatto l’abitudine e adesso non ho più particolari problemi. Ogni tanto mi capita, ma ritengo che un po’ di tensione sia fondamentale e positiva.
Quali i tuoi hobby…
Premetto che fra studio e allenamenti non ho molto tempo a disposizione. Il sabato sera, quando non ho gare il giorno successivo, mi piace uscire con gli amici. Mi piace la fotografia e ascoltare musica rap ed elettronica, anche quando corro negli allenamenti, oltre a passeggiare col mio cane, un maremmano bianco.
Nella tua specialità cosa è più importante, talento, istinto, il dna o il duro lavoro dell’allenamento?
Secondo me la genetica ha un ruolo considerevole, ma senza la passione e la costanza negli allenamenti non si ottengono buoni risultati. Aggiungerei che è anche fondamentale avere un buon allenatore ed io sono davvero fortunato con Severino Bernardini il quale, oltre ad avere una grande esperienza e avermi insegnato molto, mi ha aiutato dal punto di vista mentale e a credere in me stesso.
Mai avuti infortuni?
Nulla d’importante; qualche tendinite, guai muscolari e un problema all’anca. Sono caduto in diverse gare ma per fortuna mai niente di grave.
Quale l’ultimo pensiero prima di scattare?
Non penso a nulla. Cerco di svuotare il più possibile la testa, di tenerla libera.
Le sconfitte cosa ti insegnano…
Premesso che sono una parte integrante dello sport, ti aiutano a migliorare. Perdere implica sempre un cambiamento, una trasformazione che ti fa diventare più forte; sono i momenti difficili che fanno crescere e bisogna usarli a proprio favore.
Quale il tuo punto debole?
Nonostante abbia iniziato a correre in montagna soffro un po’ le salite prolungate.
Chi devi ringraziare per i successi ottenuti?
La mia famiglia, i fratelli Trapani, il mio allenatore Severino Bernardini e l’aiutante Alessandro Persini, il mio amico Vasyl Matviychuk che stimo molto e il fantastico gruppo Seve Team.
Il tratto principale del tuo carattere?
Se m’impongo un obiettivo faccio di tutto per raggiungerlo.
Cosa c’è nel tuo futuro?
L’obiettivo fondamentale a breve termine sarà migliorare tutti i miei tempi su pista e strada e in futuro mi piacerebbe correre una mezza maratona, continuando a conciliare studio e sport al meglio.


